In un′’epoca in cui l’′Occidente sta rapidamente scristianizzandosi (Marco Politi su La Repubblica del 28 Luglio 1997) e lo stesso cardinale Ratzinger prevede che ‘la Chiesa cattolica del nuovo millennio non riuscirà più a modellare società organicamente cristiane come è stato nei secoli trascorsi’ (ibidem), sembra giusto ascoltare una voce che invita a tirare le somme di ciò che quel modello ha effettivamente significato per l’′evoluzione dell’′umanità, proponendo valori nuovi e diversi sui quali orientare il proprio avvenire.
Osho pare non avere mezze misure: così come definisce il Cristianesimo ‘il veleno più mortale’ vede e propone lo Zen come ‘l’′antidoto a ogni veleno’.
Un mondo del tutto speciale e a sé stante, nel quale l’′individuo è di gran lunga più importante di qualsiasi chiesa, dell′’istituzione in quanto tale. La prospettiva è significativa e risolve alle radici quel significato dell’′esistenza che rimane l′’ansia costante, dietro a qualsiasi rifugiarsi in dogmi e ideologie. L’′uomo vive per giungere a una piena fioritura. Egli ha in sé una verità innata che attende di essere percepita e portata a pieno sviluppo. E la ricchezza di aneddoti sui quali scorre il filo della visione di Osho è tale da non lasciare dubbi sulla concretezza di questa utopia… un libro che rende partecipi di uno dei possibili futuri che l′’umanità può costruire per se stessa e per le generazioni a venire.

L’′opera sicuramente interesserà quel 90% del genere umano per il quale eventi e miti che per millenni hanno sorretto la fede, sono ormai diventati un linguaggio muto. Quella maggioranza ormai altrove che si sta assumendo la responsabilità della propria sfera interiore e che ha un’ intimo disinnamoramento per qualsiasi appartenenza a qualsiasi istituzione ecclesiastica.